Denuncia dall’ISPRA: acque italiane piene di pesticidi e glifosato

Denuncia dall’ISPRA: acque italiane piene di pesticidi e glifosato

Il numero di contaminanti e pesticidi trovati nelle acque italiane è aumentata rispetto al 2013, lo denuncia l’ISPRA Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. I dati dell’edizione 2016 del parlano di un aumento di concentrazione del 20% nel caso delle acque superficiali e del 10% nel caso delle acque sotterranee.

L’inquinamento più ampio nella pianura padano-veneta

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Il monitoraggio rivela uno stato di contaminazione diffuso che interessa il 63,9% dei 1.284 punti controllati per le acque superficiali e il 31,7% dei 2.463 punti delle acque sotterranee.
Per quanto riguarda le acque superficiali è emerso che in 274 punti di monitoraggio (21,3% del totale) si trovano concentrazioni superiori ai limiti di qualità ambientali, mentre per quanto riguarda le acque sotterranee si hanno concentrazioni superiori ai limiti in 170 punti di monitoraggio (6,9% del totale).
I componenti rilevati con maggior frequenza nelle miscele sono gli erbicidi con una buona componente di insetticidi e fungicidi. Parliamo di sostanze come: glifosato e il suo metabolita AMPA, metolaclor, triciclazolo, oxadiazon, terbutilazina e il suo principale metabolita, il desetil-terbutilazina.

rapporto-nazionale-pesticidi-nelle-acqueTra questa lista spicca il glifosfato, lo riconoscete? È uno degli erbicida i più diffusi nel mondo e coinvolto nello scandalo della Monsanto. Il glifosfato è stato classificato dall’agenzia IARC (agenzia internazionale per la ricerca sul cancro di Lione) e dall’OMS nel report pubblicato il 20 Marzo 2015 come potenziale cancerogeno.

In antitesi uno studio dell’EFSA (European Food Safety Authority) contrasta con quanto stabilito dallo IARC, sostenendo che tale diserbante non sia cancerogeno.
È importante notare che il glifosfato si lega fortemente al suolo, dove viene trasformato in AMPA (acido aminometilfosfonico) per degradazione batterica.
L’azione dell’AMPA è molto simile a quella del glifosfato con la sola differenza che questa molecola, essendo più stabile, persiste per molto più tempo nel terreno, usando l’acqua come veicolo.

Bisogna capire che in questi casi si parla di miscele la cui tossicità è sempre più alta di un suo singolo componente più tossico, citando il report “Si deve (…) tenere conto che l’uomo e gli altri organismi sono spesso esposti a miscele di sostanze chimiche, di cui a priori non si conosce la composizione, e che lo schema di valutazione basato sulla singola sostanza non è adeguato. È necessario prendere atto di queste evidenze, confermate a livello mondiale, con un approccio più cautelativo in fase di autorizzazione.”
Gli studi di tossicità sulle molecole dalle case produttrici e dai laboratori di ricerca vengono condotti sulla singola molecola. Pietro Paris, responsabile del settore Sostanze Pericolose dell’Ispra e coordinatore dell’unità che ha realizzato il Rapporto pesticidi, sostiene che “dal 2003 i dati che forniamo dimostrano che le acque sono contaminate da miscele di sostanze. Quest’anno abbiamo trovato 48 sostanze diverse in un solo campione. Ma i fitofarmaci, prima di essere immessi in commercio, sono valutati e autorizzati singolarmente. Non esiste una valutazione complessiva del rischio per le miscele e del resto sono poco calcolabili, perché si formano con meccanismi e vie di migrazione imprevedibili. E’ questa la lacuna normativa più seria”. È difficile prevedere quale sarà l’effetto di questo ‘cocktail’ di sostanze sull’organismo a lungo termine; per quanto sia crudo, le cavie siamo noi.

Ma l’acqua del rubinetto si può bere?

Lo stesso Paris dice “Noi non facciamo monitoraggio dell’acqua che esce dal rubinetto ma di quella dei corpi idrici. Molto spesso però i prelievi per uso potabile attingono agli stessi corpi idrici che analizziamo.”
Quindi l’acqua che arriva sulle nostre tavole è controllata e arriva con valori degli inquinanti sotto al limite stabilito dalla legge. Tuttavia, a causa dell’aumento costante dell’inquinamento ambientale, la quantità di inquinanti che si possono trovare nell’acqua che esce dal nostro rubinetto è sempre più alta. Il limite negli ultimi 30 anni è stato innalzato più volte. Insomma, il cocktail ce lo beviamo anche senza andare al bar.

Quindi, perché preoccuparsi?

L’orizzonte di un individuo non si può fermare al recinto del proprio giardino. In primis è importante prendere coscienza della problematica: stiamo cambiando il nostro ecosistema da anni, e non pensiate che i trattamenti di depurazione dell’acqua siano economici! Le acque prima di arrivare nelle nostre case vengono trattate, ma resta il fatto che questi trattamenti non sono affatto economici “le famiglie ravennati pagano, secondo i dati del bilancio 2013, le bollette più care di tutta la Romagna, le seconde più alte nella regione e tra le più alte in Italia”.

Cosa facciamo noi?

Ci occupiamo di biofortificazione agronomica e nutrizione funzionale, ma sappiamo bene che l’acqua è alla base della vita.. inoltre veicola i micronutrienti. Una fonte inquinata fa crescere piante malnutrite con frutti poveri di micronutrienti. Legambiante, nel suo manifesto denuncia gli effetti che questo erbicida ha sulle piante.

Da ricerche di studi indipendenti è emerso che il glifosato penetra nell’apparato radicale delle piante attraverso l’acqua impattando la rizosfera (la porzione di suolo che circonda le radici delle piante) da cui assorbono i nutrienti essenziali e l’acqua necessaria per crescere.

Ne consegue un’alterazione dell’assorbimento di micronutrienti da parte delle colture; una riduzione della fissazione dell’azoto, che causa resa inferiore dei raccolti e una maggiore vulnerabilità nei confronti delle malattie.
Neutralizzare completamente i pesticidi dalle fonti non è ancora possibile, molte di queste molecole riescono a rimanere nel suolo per anni.

Per questo abbiamo scelto terreni collinari, con una fonte d’acqua pulita (addirittura potabile) in zone il più possibile incontaminate.

Insieme a frutta e verdura ci stiamo impegnando a consegnare l’acqua direttamente a casa vostra, per riuscire a ridurre la quota di emissione di CO2 derivata dal trasporto logistico, aiutandovi anche a sceglierla in base alle vostre necessità.

Desideri una soluzione ancora migliore per l’ambiente e la tua salute?

Lo capiamo, quindi abbiamo pensato di firmare una convezione per offrire condizioni di sconto (oltre il 25%) per l’acquisto od il noleggio di depuratori, contattaci se desideri ulteriori dettagli.

Se desideri dare un segnale ti segnaliamo una campagna creata su change.org già a buon punto https://www.change.org/p/salvaguardiamo-la-nostra-salute-no-ai-glifosati-matteorenzi-maumartina-bealorenzin/