Cosa sono le microplastiche?

Cosa sono le microplastiche?

La plastica è diventata un problema, lo sappiamo tutti! Ma c’è un fenomeno che inizia a preoccupare … meno visibile: le microplastiche.
Sono piccole particelle di plastica con un diametro minore di 5 millimetri. I danni più gravi si registrano negli habitat marini ed acquatici ma la loro pericolosità è riconosciuta da diversi studi scientifici soprattutto per la salute dell’uomo.

La plastica quando finisce in acqua si discioglie in frammenti più piccoli per vari motivi, effetto dei raggi ultravioletti, vento, onde, batteri, alte temperature.

Sono tanti gli elementi che concorrono al deterioramento della plastica in mare, è difficile dire con precisione quanto un singolo polimero impiega a diventare microplastica. A prolungarne la frammentazione concorrono inoltre anche gli additivi chimici utilizzati durante la produzione, conferiscono più resistenza e in alcuni casi sfiorano l’impermeabilità.

Ogni settimana ingeriamo microplastiche pari al peso di una carta di credito

la Repubblica

“Ogni 7 giorni ci mangiamo una carta di credito!”  Alcuni ricercatori dell’Università di Newcastle in Australia hanno rappresentato con quest’immagine molto forte la quantità di microplastiche che ingeriamo a livello globale nell’arco di una SETTIMANA: una media di 5 grammi, lo stesso peso di una carta di credito. Avete capito proprio bene… in una settimana!

Dagli anni Trenta alla prima decade degli anni Duemila, la produzione mondiale di plastica è passata da 1,5 milioni di tonnellate a oltre 280 milioni di tonnellate (con una crescita del 38 per cento negli ultimi 10 anni). La conseguenza è ovvia: più plastica viene utilizzata, più ne viene buttata, direttamente o indirettamente, nei mari: almeno otto milioni di tonnellate l’anno, secondo Greenpeace.

Il problema dell’inquinamento da plastica negli ultimi anni è salito ai primi posti nelle battaglie ambientali da risolvere tanto che decine di Paesi hanno scelto di bandire in futuro le plastiche monouso.

I maggiori produttori di microplastiche

  • Moda e tessuti sintetici

    Le fibre dei tessuti sintetici sono una fonte significativa di microplastiche. Le ritroviamo in acque reflue ed in ambienti acquatici. Il consumo delle fibre sintetiche purtroppo è cresciuto molto nel settore dell’abbigliamento domestico e industriale.

  • Cosmesi e make up

    Negli anni Novanta il settore della cosmesi e i produttori di prodotti per il make-up hanno cominciato a inserire “microsfere” nei detergenti per la pelle, nei dentifrici, nelle creme da barba. Sono state ritrovate microsfere in natura e nei sistemi idrici pubblici, finendo così anche nell’acqua che sgorga dal rubinetto di casa.

  • Mobilità e pneumatici

    Un paio di esempi….
    La parte esterna del pneumatico è costituita da polimeri sintetici mischiati a gomma e altri additivi. Lo sfregamento degli pneumatici sul asfalto durante la guida di certo non aiuta( lo dichiara una ricerca dell’Unione internazionale per la conservazione della natura). La ricerca spiega che anche i cartelli stradali, prodotti in termoplastica, rilasciano piccole particelle per via degli agenti atmosferici.

  • Navigazione e pesca

    Le navi rappresentano ad oggi una rilevante fonte di rifiuti marini: nonostante un accordo internazionale introdotto nel 1988 che vieta ai pescherecci di abbandonare in mare reti e scarti di plastica, si stima che solo nei primi anni Novanta siano state immesse in mare 6,5 milioni di tonnellate di questo materiale.

Cosa si sta facendo contro le microplastiche?

In Italia si sta cercando di portare avanti un disegno di legge per vietare le microplastiche nei cosmetici, è stata chiusa la produzione di  cotton fioc non biodegradabili e sono stati  introdotti i in tutte le attività commerciali…. ma la strada da percorrere ancora molto lunga!

Dovremmo trovare solo un po’ di tempo e voglia! Le idee, gli spunti per una vita plastic free sono ormai alla portata di tutti! Non è difficile, dobbiamo solo iniziare ad informarci e seguire chi queste cose le fa già da tempo.

Soluzioni?

Parlando di cosa possiamo fare ci sono due aspetti che è sano ricordare:

  1. La ricerca scientifica deve poter ottenere sempre più risultati nell’avvalorare soluzioni ed il loro impatto.
  2. Le soluzioni devono essere fattibili, fare presa su tutti noi, è il modo più veloce per convincere anche l’industria a seguire la domanda del mercato,se orientata e consapevole.

Nel nostro caso abbiamo analizzato delle ricerche di impatto ambientale del packaging alimentare. Il risultato è quello che vedi nel nostro servizio: il riutilizzo della cassetta di plastica è paradossalmente il metodo migliore. 

PtG utilizza quindi da sempre una cassettina di plastica che va riconsegnata alla consegna successiva, una sorta di vuoto a rendere, che verrà opportunamente riciclato al termine del suo ciclo di utilizzo.

Oltre a questo le buste che trovi per alimenti come i funghi sono biodegradabili e possono essere usate come cestino dell’umido.

In pratica con il nostro servizio non produci rifiuti da confezioni alimentari.

 

L’aspetto più importante è che per noi questa ricerca è continua e quando troviamo soluzioni che possono davvero migliorare l’inquinamento che produciamo non facciamo altro che programmarne la messa in opera. Un grande traguardo che sogniamo è usare cassette 100% biodegradabili, polimeri vegetali magari, trattandosi di nuove tecnologie occorre però partecipare allo sviluppo di queste soluzioni, quindi cosa facciamo? Semplice, ci poniamo traguardi di crescita. Quando ci senti chiederti se conosci persone con cui parlare di questi argomenti siamo motivati anche dal fascino di queste azioni, siamo molto innamorati della natura.

Cambiare le nostre abitudini verso uno stile di vita più green è proprio la spinta giusta di cui abbiamo bisogno per fermare questo tipo di inquinamento! FORZA!

Articoli interessanti:

http://www.treccani.it/enciclopedia/trovato-il-batterio-mangiaplastica_%28Il-Libro-dell%27Anno%29/#:~:text=Scoperto%20in%20alcuni%20siti%20di,tonnellate%20di%20bottiglie%20e%20contenitori

https://www.repubblica.it/ambiente/2019/08/01/news/microplastiche_fionn_ferreira_premio_google-232527323/

https://www.europarl.europa.eu/news/it/headlines/society/20181116STO19217/microplastiche-origini-effetti-e-soluzioni