Alzheimer: è nell’area che regola l’umore l’origine – Biofortificazione come prevenzione

Alzheimer: è nell’area che regola l’umore l’origine – Biofortificazione come prevenzione

Scoperta italiana appena pubblicata lo afferma, nuovi studi al via

 Non nell′area della memoria quindi, bensì in quella minacciata dalla depressione

Non nell′area della memoria quindi, bensì in quella minacciata dalla depressione

L’Italia della ricerca ancora una volta stupisce e lo fa portando un grandissima innovazione contro l’Alzheimer: una malattia che colpisce oltre mezzo milione di italiani e si stima arriveranno a 115 milioni in tutto il mondo nel 2050.

La ricerca è coordinata da Marcello D’Amelio, professore associato di Fisiologia Umana e Neurofisiologia presso l’Università Campus Bio-Medico di Roma.

Si aprono quindi nuove vie per la ricerca di una cura.

Il pensiero comune è sempre stato quello di cercare nell’Ippocampo, la struttura nervosa coinvolta nei meccanismi della memoria, le origini dei processi che portano alla malattia. Ora l’attenzione è spostata sull’area tegmentale ventrale, principale responsabile della produzione di dopamina, il neurotrasmettitore collegato alla sfera del piacere e della gratificazione.

In pratica la mancata produzione di dopamina, non arrivando nel’ippocampo, genera la perdita di ricordi. Questa tesi è stata confermata in laboratorio, osservando anche una correlazione stretta con la motivazione e l’iniziativa.

La ricerca è stata condotta in collaborazione con la Fondazione IRCCS Santa Lucia ed il CNR di Roma.

L’area tegmentale ventrale rilascia dopamina anche nell’area che controlla la gratificazione. Per cui, con la degenerazione dei neuroni dopaminergici, aumenta anche il rischio di perdita di iniziativa.”

 – M. D’Amelio

Biofortificazione agronomica: la nostra ricerca 

Come riportato a pagina 3 del nostro articolo “Biofortificazione agronomica per la salute alimentare” Push The Green è attiva nel fare prevenzione attraverso l’alimentazione – ricca ed arricchita di micronutrienti essenziali – proprio per malattie, disfunzioni e patologie come l’Alzheimer, dove sosteniamo la tecnica attualmente ritenuta più efficace al mondo.

Questi sono i 3 punti con cui chiariamo l’importanza di questa nostra missione:

  • FAME NASCOSTA: l′alimentazione deve essere nutrizione

    Il ridotto apporto di micronutrienti essenziali, sali minerali e vitamine, attraverso soprattutto le basi della piramide alimentare (frutta, verdura e cereali per intenderci) è considerato il problema principale che porta l’individuo alla ridotta capacità di attingere alle proprie risorse fisiche ed intellettive.

  • Organico: è la chiave

    L’integrazione di questi micronutrienti essenziali, come suggeriscono le sempre più frequanti ricerche reperibili sul sito della Organizzazione Mondiale della Sanità, è migliore se il composto Vitamina o Minerale è organicato – ovvero coinvolto in un processo biologico come la maturazione di una pianta – piuttosto che estratto ed assimilato come integratore. Questo può sembrare anche banale, ma non è così, in quanto gli effetti di impoverimento (erosione, sfruttamento intensivo, logiche distributive, inquinamento, ecc..) hanno portato ad avere un cibo sempre più povero di nutrienti.

  • Biofortificazione in Selenio e Litio

    Il nostro prof. Pier Giorgio Pifferi, con oltre 20 anni di ricerca, ha presentato il brevetto per la produzione di alimenti naturalmente ricchi in Litio e Selenio. Questa importantissima tecnica, detta appunto Agronomica, ci differenzia da chi sta promuovendo la biofortificazione attraverso selezione e modifica genetica. In particolare il Litio è argomento di questo articolo, vediamo perchè.

LITIO: cosa c’è da sapere

Il litio è un micronutriente in fascia tesa, ovvero presenta livelli di controindicazioni e tossicità molto vicini a quelli usati per il trattamento ad esempio della depressione: cuore della ricerca dell’Alzheimer.
Tuttavia, basandoci su ricerche che ne testimoniano gli effetti anche su dosaggi decisamente inferiori a quelli prescritti in terapia ( 0,5 – 1,2 mEq/L), spingiamo per far sì che siano commercializzabili prodotti biofortificati con dosi da 30 a 50 volte inferiori appunto a questi livelli. Questo è per via delle importantissime ripercussioni in termini di beneficio (valori funzionali) che ha sul nostro organismo:
  • Migliora l’umore
  • Stimola il trasporto di vitamine alle cellule celebrali
  • Aumenta l’aspettativa di vita
  • Protegge il sistema neuronale e delle cellule celebrali
  • Riduce il rischio di Alzheimer
  • Riduce l’aggressività
  • Ha capacità anti-invecchiamento
 Sempre di più le fonti sui benefici del litio per la prevenzione delle malattie neurodegenerative e l′Alzheimer

Sempre di più le fonti sui benefici del litio per la prevenzione delle malattie neurodegenerative e l′Alzheimer

Conlusioni

I limiti descritti relativamente all’assunzione di litio tramite cibi naturalmente ricchi, sono una questione che sentiamo fortemente vada chiarita in ambito di ricerca scientifica. Le dosi giornaliere raccomandate e gli effetti sul benessere umano sono questioni molto delicate, in cui come è facile intuire servono investimenti importanti per creare trial di ricerca ed azioni mirate per catalogare ed inferire da quanto già prodotto in ambito scientifico. Questo processo dipende anche dall’attenzione che si riesce a generare, per questo motivo tentiamo, in modo ci auguriamo semplice, di coinvolgere sempre più persone nel desiderare una risposta. Per quanto lo sforzo possa essere importante è una minima frazione dei danni a livello umano, sociale ed economico che vengono prodotti da malattie come l’Alzheimer, in questo senso siamo grati agli sforzi compiuti fino ad ora, come nel caso di questa nuova prova scientifica, come fondamenta su cui creare risposte in prevenzione e cura.